
Non ci fai mai caso, ma il rischio è altissimo - torrese.it
Non ci pensa nessuno, ma questo comune errore può metterti in guai seri, basta una distrazione e la multa è dietro l’angolo.
Firmare la busta paga è una di quelle routine legate al lavoro che ormai fa parte della quotidianità, un’azione che molti compiono senza pensare. Come se fosse un atto dovuto, come se fosse un obbligo, ma di norma nessuno si chiede veramente se firmare la busta paga sia necessario.
D’altronde, nel mondo del lavoro, la busta paga è uno strumento fondamentale, è il documento che certifica quanto percepito, le ore lavorate e le trattenute fiscali. Per questo motivo molti datori di lavoro chiedono ai dipendenti di firmarla al momento della consegna, rendendola ormai una pratica ben consolidata nell’immaginario comune.
La legge parla chiaro riguardo la firma
La normativa, però, non impone alcuna firma da parte del lavoratore per rendere valida la busta paga, è a tutti gli effetti un gesto facoltativo. La legge obbliga il datore a consegnare regolarmente il prospetto, ma non impone al dipendente di firmare per ricevuta o quietanza di pagamento.

Bisogna però fare attenzione alla natura del documento presentato per apporre la firma, che può avere senso in alcuni casi e rivelarsi rischiosa in altri. Firmare una semplice ricevuta significa solo riconoscere di aver ricevuto la busta paga, nulla più, ma diverso è il caso della quietanza di pagamento.
In questo caso si attesta anche di aver ricevuto il pagamento dello stipendio e firmare senza prima aver verificato correttamente tutti i fatti è controproducente. Se, ad esempio, si firma una quietanza senza che lo stipendio sia stato accreditato, si dà per buono un pagamento mai avvenuto.
Questo può complicare eventuali contenziosi con l’azienda, perché si crea una presunzione legale difficile da superare, in cui il lavoratore ha accettato passivamente di firmare. È quindi sempre consigliabile leggere attentamente prima di firmare, per non confermare fatti non corrispondenti alla realtà e per evitare di incappare in problemi legali.
Dal lato opposto, in linea generale, rifiutarsi di firmare non comporta conseguenze gravi, soprattutto se è motivato da una tutela dei propri diritti. Tuttavia, in caso di rifiuto ingiustificato e reiterato, che provoca disagio all’azienda, il lavoratore potrebbe andare incontro a provvedimenti disciplinari, come un richiamo formale.
Non si rischia di essere licenziati, comunque, elemento che rendere di fatto la firma per abitudine o distrazione molto più rischiosa di un rifiuto. In caso di mancata consegna della busta paga, ad esempio, la firma può essere usata contro il lavoratore come prova dichiarante dell’avvenuta ricezione.