
Completare la carriera contributiva con il riscatto della laurea (www.torrese.it)
Nel 2025, cresce l’interesse tra i contribuenti per le possibilità di anticipare la pensione con il completamento della carriera contributiva.
Due sono le principali opzioni per chi intende raggiungere subito i requisiti pensionistici: il riscatto della laurea e la cosiddetta pace contributiva. Scopriamo come funzionano e quali sono i vantaggi e i limiti di queste soluzioni.
Il riscatto della laurea rappresenta uno degli strumenti più noti per recuperare anni di contribuzione non versata durante il periodo di studi universitari. Questa opzione consente a chi ha effettivamente conseguito il titolo accademico di valorizzare agli effetti pensionistici quegli anni, rendendoli utili per il calcolo dell’assegno e per anticipare l’accesso al trattamento previdenziale.
È fondamentale sottolineare che il conseguimento della laurea è un requisito imprescindibile: chi ha frequentato l’università senza ottenere il titolo non può usufruire di questo riscatto. Il beneficio principale di questa procedura è la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro fino a 5 anni, che rappresenta il limite massimo di anni riscattabili. Tuttavia, il riscatto comporta un onere economico significativo a carico del lavoratore, anche se in alcuni casi è previsto uno sgravio fiscale parziale sotto forma di detrazione IRPEF.
Questa soluzione è particolarmente rilevante per chi non ha ancora raggiunto il minimo contributivo necessario per accedere a pensioni di vecchiaia o anticipate, come ad esempio i 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia o i 41,10 e 42,10 anni rispettivamente per le pensioni anticipate ordinarie di donne e uomini. Inoltre, senza il completamento della carriera contributiva, risultano precluse anche misure di accompagnamento come Quota 41, Quota 103, l’Ape Sociale o lo scivolo per lavori usuranti.
Prima di optare per il riscatto della laurea, è quindi importante valutare attentamente la propria situazione anagrafica, la carriera lavorativa e l’incidenza di questi anni riscattati sul calcolo finale della pensione, per capire se l’investimento economico potrà realmente tradursi in un vantaggio previdenziale significativo.
La pace contributiva: riempire fino a 5 o 10 anni di buchi contributivi
Un’alternativa al riscatto della laurea è la cosiddetta pace contributiva, uno strumento che consente di colmare i periodi senza contribuzione presenti nell’estratto conto previdenziale. In particolare, la pace contributiva permette di riscattare fino a 5 anni di contributi mancanti, o fino a 10 anni per chi ha già aderito nel triennio 2019-2021.
La pace contributiva interessa in modo particolare chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 1995 e presenta lacune contributive tra il primo e l’ultimo anno di contribuzione. Anche in questo caso, il riscatto è soggetto a un pagamento basato sulla retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi e sull’aliquota contributiva prevista nel fondo di appartenenza. Nonostante l’onere economico, questo strumento può risultare conveniente per accedere più rapidamente alla pensione.
Tuttavia, per i cosiddetti contributivi puri — ossia coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 e che non hanno contribuzioni anteriori a tale data — il riscatto può essere controproducente. In questi casi, riscattare periodi di studio o contributivi può trasformare un calcolo pensionistico interamente contributivo in uno misto o retributivo, con il rischio di perdere alcune agevolazioni. Ad esempio, si può perdere la possibilità di usufruire della pensione anticipata contributiva a 64 anni con 20 anni di contributi, una misura riservata a chi non ha contribuzione prima del 1996 e che prevede un assegno pensionistico pari a tre volte l’assegno sociale.

Per accedere a questi strumenti, i lavoratori possono rivolgersi direttamente ai servizi offerti dall’INPS tramite il portale dedicato alla gestione delle pensioni, ricongiunzioni e riscatti contributivi. Attraverso queste piattaforme digitali, è possibile inoltrare la domanda di riscatto, effettuare i pagamenti in modalità elettronica tramite pagoPA e richiedere tutte le informazioni relative alla propria posizione assicurativa.
Inoltre, chi ha versamenti contributivi in diverse gestioni previdenziali può valutare la totalizzazione dei contributi, un’altra procedura che consente di sommare i periodi contributivi maturati in diverse casse per ottenere un’unica pensione.
L’attenzione del legislatore e degli enti previdenziali rimane alta per evitare pratiche illegali o truffaldine volte a incrementare fittiziamente i contributi pensionistici. Il riscatto deve sempre basarsi su periodi effettivi e documentati, senza stratagemmi, pena il rigetto della domanda e possibili sanzioni.