
Fino a 600euro in più al mese sulla pensione - torrese.it

Finalmente un aiuto concreto per tutto coloro che si ritrovano a percepire la pensione minima, rasentando però la povertà.
Nonostante una vita spesa tra lavoro e contributi versati, può capitare che la pensione arrivi con un assegno che fatica a coprire le spese essenziali. Dopo anni di sacrifici e impegno, molti anziani si trovano così a rasentare la povertà, trovandosi a vivere quasi nella miseria più totale.
Fortunatamente si aprono nuove opportunità per chi percepisce una pensione bassa con reddito limitato, con aumenti che possono arrivare fino a 600 euro al mese. Si tratta di misure specifiche per evitare che chi ha redditi più bassi rimanga indietro, finendo escluso dalla vita sociale ed economica del paese.
Aumento della pensione per tutti
Il sistema previdenziale tutela i pensionati con un meccanismo chiamato integrazione al trattamento minimo, che si attiva quando la pensione è sotto una certa soglia. Si garantisce così un incremento sostanziale, che porta l’assegno a livelli più dignitosi, risollevando così la condizione economica di molti pensionati che rientrano nel livello.
Non tutti però possono richiederlo, è infatti necessario rispettare alcuni requisiti precisi, legati sia ai contributi versati sia alla situazione economica generale. L’Inps valuta il reddito complessivo del pensionato, considerando anche eventuali altri guadagni oltre alla pensione e tiene in considerazione diversi fattori per il trattamento.
Innanzitutto, per avere diritto all’integrazione, bisogna essere rientrati nel sistema retributivo o misto, cioè aver versato almeno un contributo prima del 31 dicembre 1995. Chi ha maturato la pensione esclusivamente con il sistema contributivo non può usufruire di questo beneficio, dovendo rinunciare così all’aumento dell’assegno mensile.
Nel 2025, la soglia minima di pensione per richiedere il trattamento minimo è stata aggiornata a 603,40 euro mensili, grazie a una rivalutazione dello 0,8%. Chi percepisce meno di questa cifra può chiedere l’integrazione completa, ma a patto che il reddito personale totale non superi i 7.844,20 euro annui.
Se invece il reddito supera questa cifra ma resta sotto il doppio, quindi meno di 15.688,40 euro, l’integrazione viene concessa, ma ridotta in modo proporzionale. La misura mantiene così il corretto equilibrio tra necessità del singolo e bisogni della collettività.
Per i pensionati coniugati si tiene conto anche del reddito del partner, tenendo conto della reale capacità economica della famiglia, modulando in base alle condizioni specifiche. Quando il reddito familiare è inferiore a 31.376,80 euro, l’integrazione è piena, se invece è compreso tra questa cifra e 39.221 euro, il beneficio si riduce.
Oltre all’integrazione, è stata introdotta una rivalutazione straordinaria del 2,2% sugli assegni più bassi, che riguarda anche quelli già integrati. Questa misura, decisa dal governo, aumenta l’importo mensile fino a circa 617 euro, migliorando ulteriormente la situazione economica dei pensionati più fragili.