
Più soldi per chi ritarda la pensione - (torrese.it)
Un ricco bonus destinato a chi decide di procrastinare la propria pensione. Ecco cosa prevede il “bonus Giorgetti”
L’INPS ha ufficialmente ampliato la platea dei beneficiari del cosiddetto “bonus Giorgetti”, un incentivo economico rivolto a chi sceglie di posticipare il pensionamento, rinunciando alle forme anticipate di pensione. La misura, che si traduce in un aumento dello stipendio per gli ultimi anni di lavoro, è stata aggiornata con la circolare n. 102 del 16 giugno 2025, introducendo importanti novità riguardo ai requisiti e ai potenziali destinatari.
La domanda per ottenere il bonus deve essere presentata esclusivamente online tramite il portale INPS. L’Istituto provvederà a verificare i requisiti entro 30 giorni dalla presentazione della richiesta e comunicherà l’esito al richiedente.
Bonus Giorgetti: cos’è e come funziona
Il bonus Giorgetti nasce come incentivo per spingere i lavoratori che hanno maturato i requisiti per una pensione anticipata a rimanere in attività lavorativa, rinviando così l’uscita dal mondo del lavoro. Questo permette allo Stato di posticipare l’esborso pensionistico e di alleggerire temporaneamente la spesa previdenziale, particolarmente pressante a causa dell’invecchiamento della popolazione, soprattutto dei nati negli anni ’60.

Introdotto inizialmente nel 2004 dall’allora ministro Roberto Maroni, il bonus prende oggi il nome dall’attuale ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha promosso l’estensione dei beneficiari nel 2025. La novità principale riguarda l’estensione del bonus anche a coloro che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, oltre a quelli già previsti per la pensione anticipata flessibile (Quota 102).
In particolare, possono accedere al bonus anche i lavoratori con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica.
Per beneficiare del bonus Giorgetti è necessario soddisfare alcune condizioni fondamentali:
- Essere iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o a forme sostitutive/esclusive;
- Aver maturato, entro il 31 dicembre 2025, i requisiti per la pensione anticipata flessibile (Quota 102) o per la pensione anticipata ordinaria;
- Optare per la prosecuzione dell’attività lavorativa anziché andare in pensione;
- Non risultare già titolari di pensione diretta (ad eccezione dell’assegno di invalidità);
- Non aver raggiunto l’età prevista per la pensione di vecchiaia.
Il meccanismo del bonus consiste nella conversione di una quota contributiva – pari a circa il 10% della retribuzione imponibile – in una maggiorazione dello stipendio. Questo importo, per il 2025, è esente sia da imposizione fiscale sia da contributi previdenziali, consentendo un immediato incremento del reddito netto percepito dal lavoratore.
Tuttavia, questa scelta comporta un effetto collaterale: riducendo i contributi versati, si diminuisce il montante contributivo, con conseguente riduzione dell’importo della pensione futura. L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha sottolineato più volte come questa sia una valutazione da compiere attentamente, bilanciando il guadagno a breve termine con le minori entrate previdenziali nel lungo periodo.
Secondo le stime UPB, un lavoratore di 62 anni con un reddito annuo di 40.000 euro che rinuncia a forme di pensionamento anticipato può ottenere un beneficio fino a circa 6.900 euro annui. Tale cifra diminuisce progressivamente avvicinandosi all’età di pensionamento, arrivando a circa 1.400 euro per chi sceglie di aderire a 66 anni. Questo valore tiene conto dell’aumento in busta paga, dell’esenzione fiscale e della minore pensione futura.