
Nuova data di scadenza per queste tasse - (torrese.it)
Il rispetto di queste scadenze è essenziale per evitare sanzioni e interessi, mentre la possibilità di rateizzazione offre flessibilità
Con l’avvicinarsi della scadenza del 30 giugno, è fondamentale chiarire chi è tenuto al versamento del saldo 2024 e del primo acconto Irpef 2025 entro questa data e chi invece beneficia dello slittamento previsto dal recente decreto-legge fiscale. Ecco le date da rispettare per non incorrere in problemi.
Il tradizionale termine per il versamento delle imposte sui redditi, sia a saldo che in acconto, è fissato ogni anno entro il 30 giugno. Tuttavia, il decreto-legge fiscale del 18 giugno 2025 ha introdotto importanti novità,
Scadenze Irpef: chi deve pagare entro il 30 giugno 2025?
In particolare per i contribuenti titolari di partita IVA soggetti agli Indici sintetici di affidabilità (Isa) e per i contribuenti in regime forfetario. Per questi ultimi, il termine di versamento sia del saldo 2024 sia del primo acconto 2025 è stato prorogato senza maggiorazioni al 21 luglio 2025, con possibilità di pagare entro il 20 agosto 2025 applicando una maggiorazione dello 0,40%. Questa proroga non riguarda invece la generalità degli altri contribuenti, che devono rispettare il termine del 30 giugno oppure optare per il pagamento entro il 30 luglio con la maggiorazione dello 0,40%.

Chi presenta la dichiarazione tramite modello 730 (con o senza sostituto d’imposta) o il modello Redditi e non rientra nei soggetti Isa o nel regime forfetario, quindi, dovrà effettuare il pagamento entro il 30 giugno 2025, rispettando i termini ordinari.
Un aspetto cruciale riguarda il metodo di calcolo dell’acconto Irpef. Il decreto legislativo 216/2023 aveva previsto che, per il 2025, l’acconto fosse calcolato sulle vecchie quattro aliquote Irpef vigenti fino al 2023, a causa di modifiche temporanee agli scaglioni di reddito. Tuttavia, la Legge di Bilancio 2025 ha reso strutturali le nuove aliquote, ridotte a tre, e il decreto-legge 55/2025 ha eliminato la maggiorazione dell’acconto che avrebbe provocato un aggravio fiscale ingiustificato.
Di conseguenza, per il versamento entro il 30 giugno 2025, l’acconto Irpef dovrà essere calcolato applicando le tre aliquote attualmente in vigore:
- 23% per redditi fino a 28.000 euro,
- 35% per la fascia da 28.001 a 50.000 euro,
- 43% per redditi oltre 50.000 euro.
Questa novità è fondamentale per evitare che l’acconto superi l’imposta effettivamente dovuta, tutelando i contribuenti da pagamenti eccessivi.
Il pagamento del saldo Irpef e dell’eventuale prima rata di acconto può essere effettuato con il modello F24, che deve riportare il codice fiscale, l’anno d’imposta di riferimento e i codici tributo specifici. I contribuenti con partita IVA sono obbligati a utilizzare esclusivamente modalità telematiche, mentre gli altri possono scegliere tra modello F24 cartaceo o modalità telematiche offerte dall’Agenzia delle Entrate o dagli istituti bancari e postali.
Per coloro che prevedono difficoltà nel versamento in un’unica soluzione, è possibile optare per la rateizzazione delle imposte dovute a titolo di saldo e acconto, con rate mensili da pagare fino a dicembre 2025. La prima rata deve essere versata entro il 30 giugno 2025 o, in alternativa, entro il 30 luglio 2025 con una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo. Le rate successive sono soggette a interessi calcolati al 4% annuo, ripartiti proporzionalmente.
È importante sottolineare che la rateizzazione può riguardare anche solo una parte degli importi dovuti, ad esempio solo il primo acconto o solo il saldo. I contribuenti che presentano la dichiarazione con il modello 730 e che hanno un sostituto d’imposta non devono effettuare versamenti autonomi. In questi casi, infatti, gli importi a debito o a credito risultanti dalla dichiarazione sono gestiti direttamente dal sostituto, che li trattiene o versa sulla busta paga o sulla pensione a partire dal mese di luglio.