DUOMO DI MESSINA

 

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... ritrovarmi in quella Cattedrale così maestosa, così austera, così ricca di storia ...

Il DUOMO risale al 1120, fu costruito per volere del re normanno Ruggero II.  La sua consacrazione ad opera dell'arcivescovo Benzio avvenne nel 1197 alla presenza del re svevo Enrico VI. Più volte distrutto da incendi (terribile l'ultimo, quello del 1943, per le bombe degli alleati) e terremoti, è sempre stato ricostruito conservando nelle linee architettoniche l'antica struttura normanna.  La parte più antica è la facciata inferiore formata da fasce marmoree policrome. Nell'anno 1254, durante le esequie in onore di Corrado IV di Svevia, figlio di Federico II, il tempio subì una prima devastazione a causa di un violento incendio che distrusse i magnifici rivestimenti in legno del soffitto, riccamente istoriati a colori e dei quali alcuni frammenti sono conservati al Museo Regionale di Messina.  Con i restauri che seguirono ci furono modifiche che incontravano il gusto architettonico dell'epoca; la Chiesa si arricchì di opere d'arte di pregevole fattura e molti monumenti funebri di regnanti, fra cui Costanza di Castiglia, moglie di Federico III d'Aragona, morta nel 1363, e Alfonso II re di Napoli, morto nel 1494, furono sistemati fra le navate del Tempio.

La facciata della Cattedrale conserva nella parte inferiore l'antica struttura normanna composta  da fasce marmoree policrome e da rilievi che in origine la  ricoprivano quasi interamente.

Dei tre portali della facciata quello centrale, il maggiore, è incorniciato lateralmente da due colonne tortili poggianti su due leoni. Le colonnine sostengono piccole edicole sovrapposte, ove sono collocate statue di santi e angeli (opera del Baboccio fine 300 inizio 400). Nel lunotto, affrescato da Letterio Subba (1840), è scolpita la Statua della Vergine opera del Mazzola (1534). La cuspide marmorea, raffigurante al centro l'incoronazione della Vergine, è opera dello scultore Pietro Di Bonate (1468).

Portale Maggiore

IL CAMPANILE

E' stato costruito, dopo il terremoto del 1908, su progetto dell'architetto Valenti e inaugurato nel 1933. Ha un'altezza di 60 metri su una base quadrata  di metri  9,60 di lato.  La torre quadrangolare è divisa in quattro ordini ciascuno delimitato da un cornicione, termina con una cornice merlata, raggiunge 48 metri di altezza.

Dagli angoli della torretta si elevano quattro cuspidi che fanno da contorno alla grande cupide centrale che raggiunge con la sua cima i 60 metri di altezza.

Il Campanile della Cattedrale di Messina racchiude al suo interno il complesso meccanismo del più grande orologio meccanico-astronomico che esista al mondo. Fu costruito dalla ditta Fratelli Ungerer di Strasburgo per volere dell'arcivescovo Paino. 

 

OROLOGIO

meccanico-astronomico

unico al mondo

alle ore 12

di ogni giorno fa:

 

rUGGIRE IL LEONE

CANTARE IL GALLO

MUOVERE L'ANGELO

BENEDIRE LA MADONNA 

APPARIRE GESU'

VOLARE LA COLOMBA

SORGERE LA CHIESA

FALCIARE LA MORTE

PASSARE I GIORNI

 

In quest'altra facciata del Campanile prospiciente la piazza e rivolta verso il Duomo, si vede in alto un globo metà nero e metà dorato che girando lentamente su se stesso rappresenta le fasi della luna.  Sotto di esso si trova  il grande disco del  planetario che riproduce il sistema solare con i segni dello zodiaco e, più in basso, il calendario perpetuo con la statua in marmo di un angelo che con la punta di una freccia indica la data del giorno.  Al Museo della Tecnica di Berlino è conservata una copia in miniatura del Campanile della Cattedrale di Messina. Con il suo movimento, l'orologio meccanico aziona le grandi figure in bronzo dorato che rappresentano momenti di fede e fatti storici legati alla città.

 

Movimento Orologio Meccanico:

la Natività vista da interno Campanile

 

Ampia e solenne la Navata Centrale è racchiusa in due file di colonne monolitiche che la dividono dalle navate laterali, il soffitto spiovente, raccordato da capriate, rivestito con pannelli in legno riccamente decorati, riproducono  gli antichi pannelli andati distrutti.

Altare Maggiore

L'artistico paliotto, in argento sbalzato, fu eseguito dai F.lli Juvara nel 1701, 

raffigura la Vergine nell'atto di porgere la Lettera all'ambasceria messinese

Nell'abside centrale sorge l'ALTARE MAGGIORE  riccamente ornato da tarsie marmoree policrome, dedicato alla Madonna della Lettera.Il barocco baldacchino è stato rifatto, dopo l'incendio del 1943, sulle forme di quello originale del Quagliata del XVII secolo. Insigni artisti come il Di Gregorio, il Gagini, il Montòrsoli, il Quagliata, nel corso del tempo, lasciarono la loro impronta con prestigiose opere d'arte delle quali ben poco è rimasto a causa dei terremoti del 1783 e del 1908, quest'ultimo è quello che provocò  i danni più gravi. 

 

Al centro dell'artistico baldacchino, circondato da putti e angeli in bronzo armoniosamente disposti, 

è sistemato il quadro della Madonna della Lettera

"La Manta d'Oro"

Innocenzo Mangani - sec. XVII

La copia della copertura del quadro 

della Madonna della Lettera che viene usato in chiesa 

all'Altare Maggiore.

Il rivestimento originale è conservato nel

Tesoro del Duomo

 

 

Cappella e Altare del Sacramento

Nell'abside di sinistra, in gran parte risparmiata dai terremoti e dagli incendi, è sistemata la 

CAPPELLA DEL SACRAMENTO

opera eccelsa di Jacopo Del Duca, discepolo di Michelangelo, che per molti anni operò a Roma (Palazzo Cornaro-Villa Mattei-Chiesa Madonna di Loreto). Otto colonnine sorreggono una cupoletta mentre nelle pareti dell'abside sono ricavate otto nicchie che contengono altrettante statue di santi e angeli. Nel catino, un pregevole mosaico raffigura la Vergine col Bambino attorniata dalle Sante Agata e Lucia e dalle regine Elisabetta, moglie di Pietro II e Eleonora, moglie di Federico I d'Aragona.

Monumento all'arcivescovo Paino

A. Indelicato - M. Lucerna

Statua del Battista

Antonello Gagini - 1525

Al pilastro divisorio tra la navata di sinistra

e l'Altare Maggiore 

è sistemato il monumento

all'arcivescovo mons. Angelo Paino.

 

La Statua del Battista

di Antonello Gagini del 1525,

l'unica rimasta delle tredici statue

che adornavano l'antico Apostolato.

 

IL PULPITO

Copia dell'originale di Andrea Calamech andato distrutto  

ALTARE DEL REDENTORE

Arcidiocesi di Messina

 

Al pilastro divisorio tra l'abside di destra e l'abside centrale è sistemato il 

Monumento sepolcrale dell'arcivescovo Guidotto De Tabiatis 

di Goro Di Gregorio del 1333.

Di grande pregio sono i rilievi che adornano le facce del sarcofago (Annunciazione e Adorazione dei Magi sulla fronte, Flagellazione e Crocifissione sui lati) sul quale giace la statua del defunto.

 

In primo piano, all'Altare Maggiore, si può osservare l'Aquila di San Giovanni, artistico leggio in bronzo.

Nel transetto è posto l'Organo che, costituito da oltre diecimila canne, è il più grande d'Italia.

Il Soffitto a spiovere con pannelli in legno riccamente decorati al centro del quale pende il Lampadario in bronzo donato da Ferdinando II nel 1847.

 

 

 

 

  

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